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Immagine del redattoreDott.ssa Lavinia Fagnani

Crescere

Aggiornamento: 5 set 2020

Un figlio, per nascere, dovrà diventare un'estensione del corpo e della mente dei genitori; per sopravvivere, dovrà affidarsi a loro, osservandoli ed apprendendo; per trovare se stesso, dovrà esplorare l'ambiente che lo circonda, scegliendo e sbagliando da solo. Un genitore, la propria famiglia, la persona che si è presa cura di noi dovrebbero rappresentare un rifugio sicuro a cui poter fare ritorno: come delle radici ben ancorate al terreno, da cui attingere nutrimento e linfa vitale. Un bambino, un ragazzo, un uomo hanno bisogno di fiorire e conquistare il loro mondo: come delle chiome rigogliose, con cui estendersi verso l'alto e respirare aria nuova. Arco e freccia provengono dallo stesso materiale.



I vostri figli non sono i vostri figli.

Sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.

Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.

Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.


Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee, perché loro hanno le loro proprie idee.


Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire, che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.


Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendete di renderli come voi. Perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri. Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli, sono lanciati in avanti.


L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito, e covi tiene tesi con tutti il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.


Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.

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